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«Fare l'ambasciatore è un po' come una missione. Quando sei un rappresentante delle istituzioni hai il dovere morale di dare l'esempio» (Luca Attanasio). Il 22 febbraio 2021, in un attacco armato al convoglio del Programma Alimentare Mondiale dell'Onu avvenuto a pochi chilometri da Goma, in Congo, moriva Luca Attanasio, insieme all'autista e al carabiniere che viaggiava con lui. Era arrivato a Kinshasa nel 2017 come capo missione e dopo due anni era stato nominato ambasciatore. La pioggia di messaggi arrivati da tutto il mondo dopo la notizia dell'agguato ha fatto scoprire, poco alla volta, la singolarità e la grandezza di un diplomatico che aveva fatto del suo lavoro una missione di pace.
Esiste una meccanica della pace e questo è il suo racconto, il racconto di chi è riuscito a negoziare un accordo, a far cessare la violenza anche solo per un breve tratto di tempo o a contribuire alla riconciliazione, di chi ha fatto incrociare i coltelli a due comunità in lotta. Fare la pace è dolorosa pazienza che una vittoria militare non garantisce. Pace compiuta o parziale, che inizia quando si accoglie l’esistenza dell’altro, il nemico, e dove «nessuno vince tutto e nessuno perde tutto».
Il Congo, le sue ricchezze, la sua violenza, il suo passato e il suo futuro. Una storia drammatica che ha travolto anche il nostro ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, che erano nel Paese per aiutare un popolo disperato. Matteo Giusti raccoglie le parole, i ricordi, le speranze e i progetti di chi li ha conosciuti e lotta ogni giorno per dare una speranza al gigante africano, che l’Occidente si limita a tenere in vita solo per spremerlo economicamente. Un Paese che potrebbe essere un paradiso, ma che spesso sa essere un autentico inferno in terra. Prefazione di Denis Mukwege.

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